– Chaotic Ana – 2010 – ♥♥ –
di
Julio Medem
L’ eclettico regista spagnolo Julio Medem vorrebbe con questo film sconvolgere le menti dei suoi spettatori, forse alla maniera del genio di Lynch, mescolando elementi esoterici con il mondo surreale delle immagini. E’ infatti proprio nelle immagini che questo film trova i suoi più grandi punti di forza, in un montaggio ipercinetico e sequenze che sicuramente hanno quell’ effetto tanto sperato di suscitare angoscia nell’ animo dello spettatore. L’ ispirazione del regista ha origine dalla triste vicenda della sorella Ana (stesso il nome della protagonista del film), una giovane pittrice che è deceduta in un incidente stradale. Dalla figura della sorella il regista delinea dieci capitoli della vita della protagonista Ana (Manuela Vellés) che dopo essersi trasferita da una vita quasi in eremitaggio in compagnia del padre nella caotica Madrid, incontra l’amore che però la condurrà verso un tormentato processo ipnotico all’ interno delle sue vite passate. Ciò che Medem ci vorrebbe mostrare con il personaggio di Ana è il caos della vita umana, manifestazione inspiegabile del destino, ponendo un accento sulla situazione di sofferenza della donna nella Storia, sempre vittima di soprusi e sopraffazioni dolorose. Sicuramente è un incrocio tra videoarte e cinema quest’ opera che fa del defecare un vero atto di ribellione contro il potere visto come l’ occhio che tutto osserva e che tutto può. Nella sua scena finale Medem dimostra il senso stesso della sua filosofia delirante con delle battute al limite dell’ inverosimile e che hanno come unico scopo quello di sconvolgere lo spettatore, invitandolo metaforicamente a riflettere su come la vena candida e pura di ogni essere umano sia spesso messa a tacere dall’ arroganza e dalla prevaricazione. Il messaggio del film in sè è decisamente lodevole, ma ciò che maggiormente però lascia non poche perplessità è come il regista abbia voluto trattare l’ argomento della psicoterapia ipnotica, in una maniera del tutto ridicola e che rende davvero impossibile non suscitare una sonora risata. E forse questi accenti grotteschi erano stati ricercati dallo stesso regista ma la commistione del genere riflessivo , filosofico e spirituale risulta decisamente troppo seria per essere sminuita da certe sequenze ipnotiche del film. L’ ipnosi regressiva, quindi, da metodo per risolvere i propri conflitti passati si trasforma in una vera e propria dottrina esoterica che fa viaggiare la protagonista Ana attraverso le sue innumerevoli (si parla addirittura di centinaia nel film) vite passate, lasciando così anche lo spettatore perplesso. E viene decisamente da chiedersi: ci troviamo davanti ad un film dagli alti connotati metaforici e filosofici, che vorrebbe farci riflettere sulle differenze psicofisiche dei due sessi e sulle prevaricazioni del potere, oppure difronte ad un surrealistico film sull’ esoterismo e sulla reincarnazione? Il Caos regna sovrano. Non solo nella testa della protagonista Ana, ma anche negli occhi degli spettatori di questo confusionario film non privo di interessanti spunti visivi e riflessivi, ma che rischia di annoiare per la sua confusione in fase di sceneggiatura.
( Ana si appresta a lasciare la sua vita da cavernicola)
( Attraverso l' amore scoprirà l' ipnosi)
tu dici :’….come la vena candida e pura di ogni essere umano sia spesso messa a tacere dall’ arroganza e dalla prevaricazione…’
mi piacerebbe vedere questo film anche solo come esperimento catartico e liberatorio… per tutte le volte in cui ho assistito in prima persona a qsto squallido meccanismo di prevaricazione degli esponenti più grossolani del genere umano su quelli più sensibili o semplicemente più ingenuamente sinceri, che oggi vengono visti semplicemente come degli sprovveduti.
il potere non è solo una questione di potere economico o politico: ci sono molti modi o situazioni in cui l’essere umano grossolano esercita il proprio potere su colui che è più debole di lui, appena gli si presenta l’occasione. in amicizia o molto più spesso nelle relazioni di coppia, dove, per sfogare le proprie frustrazioni, approfitta delle fragilità di chi si espone più di lui.
‘ La forza rende delicati e dolci, la paura
e la fragilità armano di spade gli infingardi.’
dacia maraini, donne mie
Ciao, abbiamo segnalato il tuo blog per il premio Dardos su i cinemaniaci!
leggi qui per saperne di più
🙂
http://icinemaniaci.blogspot.com/2010/07/premio-dardos.html
un saluto
veri paccheri